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Come fare la birra in casa

Altrove sul sito abbiamo raccontato come la birra sia una bevanda antichissima, nata dalle circostanze che portarono alla nascita della Mezzaluna fertile tra Tigri ed Eufrate: allora non si poteva certo contare su impianti di produzione industriale, quindi chi trova assurda l’idea di birrificare in casa, semplicemente sta mostrando una… pigrizia indotta da eccesso di tecnologia!

In realtà fare la birra in casa è possibile: basta solo seguire alla lettera le istruzioni. Questa guida base con un metodo semplice vi spiega come fare, avendo cura di utilizzare sempre strumenti (e mani!) ben sterilizzati.

Preparare e imbottigliare la vostra birra personale

Esistono diversi negozi (online, ma non solo!) che vendono kit pronti per la fermentazione e l’imbottigliamento della birra. La nostra guida introduttiva è intesa indifferentemente per chi ne sia in possesso ma anche per chi voglia fare tutto senza… aiutini.

La preparazione del mosto

Il mosto è una parola familiare agli amanti del vino, ma non è un’esclusiva della vinificazione. Con mosto si intende la mistura di sementi schiacciate che costituisce la base della birra.

Nelle birre più comuni si tratta di luppolo od orzo (ma alcuni tipi sono arricchiti da frumento, mais o anche riso!) insieme al malto.

Per preparare il mosto, i chicchi di malto vanno “sfarlati”, ovvero vanno aperti o sfaldati ma senza ridurli a farina. In seguito si procede ad “ammostamento”, con i chicchi così lavorati che vanno messi a bollire e filtrati. A questa mistura andrà aggiunto il luppolo e il tutto di nuovo messo a bollire.

L’aggiunta del lievito

L’altro ingrediente fondamentale della birra, il lievito, potrà essere aggiunto al composto solo dopo che questo si sarà raffreddato in maniera adeguata: come insegnano le mamme, il lievito è delicatissimo e in presenza di temperature troppo elevate si degrada.

Per evitare di dover buttare quanto fatto fino a questo momento bisogna aspettare che il liquido si sia abbassato fino a 30 gradi (un termometro per il cibo è fondamentale in questa fase).

La fermentazione

Ora la “futura birra” andrà portata in un ambiente di casa completamente buio e lasciata riposare. Il processo può durare alcune settimane, a seconda anche del tipo di lavorazione che si vuole effettuare, per cui non bisogna essere frettolosi!

La birra in questo momento è delicata, e va “assistita”. Per esempio cambiando il contenitore dopo alcuni giorni di fermentazione vera e propria, per eliminare i residui sul fondo dello stesso.

L’aggiunta dello zucchero

Se il lievito aiuta la birra a raggiungere il tasso alcolico desiderato, serve qualcos’altro per donarle la sua caratteristica frizzantezza: quel qualcosa è lo zucchero! In questa ultima fase della preparazione vera e propria, lo zucchero andrà inserito nell’ambiente buio dove finora la birra ha fermentato, senza interrompere questa parte del processo.

La quantità di zucchero varia in relazione a quanto si vuole che la propria birra venga frizzante (pensiamo alle pale ale, che lo sono meno di una weiss o di una lager!).

Importante è tenere presente che, a seconda del gusto di ognuno, in qualche caso le aggiunte di zucchero vengono fatte durante questo passaggio, mentre c’è chi preferisce farlo direttamente una volta che la birra sarà stata imbottigliata, prima di chiuderla col tappo: ha senso, perché la bevanda continua il proprio viaggio verso il gusto in ambiente più che protetto. Ogni tipo di scelta è legittimo, a ogni modo.

Passato l’imbottigliamento, la birra andrà fatta maturare: il processo non è difficile, ma è sconsigliato agli impazienti!

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